Il momento che preferisco di ogni shooting è quando accade qualcosa di imprevisto. Un'ispirazione inattesa, un'idea nata di colpo che sorprende e funziona... un momento magico che accade in ogni servizio, perché ehi, nel lavoro e nella vita non si può pianificare tutto - per fortuna.

Ogni graffio di questo specchio ha una storia da raccontare e la sua superficie opaca assomiglia ad una vecchia polaroid, consumata dalla polvere e da tutte le volte che è passata di mano in mano. Il fascino delle cose vecchie, rovinate, scrostate, macchiate e squisitamente imperfette. Rese uniche dai segni guadagnati nel tempo, che nel loro linguaggio silenzioso è come se dicessero: questo oggetto è sopravvissuto e arrivato fino a qui. 

In partenza è stata l'edera, una vera propria ossessione fotografica condivisa: dove c'è l'edera, ci sono mura antiche, una poetica trascuratezza, l'equilibrio bizzarro fra solide costruzioni e caos naturale. Portarla in studio ci ha dato modo di sperimentare ancora di più con queste caratteristiche, di creare un nuovo, surreale contesto in cui scattare.