Goodbye, Edimburgo
Ultima giornata, ultime due tappe che non vogliamo farci mancare. La prima: il Royal Botanic Garden, che raggiungiamo facilmente in bus. Abbiamo subito un'ennesima conferma dell'affabilità della gente di Edimburgo: alla postazione dove acquistare il biglietto ci accoglie una ragazza sorridente e simpatica che non solo ci dà tutte le spiegazioni riguardo ai percorsi e alle serre da visitare, ma si offre anche di tenerci i due trolley nel deposito chiuso a chiave, proprio di fianco all'ingresso. E così iniziamo il nostro giro, di ottimo umore e senza zavorre.
In ogni serra è stato perfettamente ricreato il microclima per il tipo specifico di piante conservate (in alcune aree riusciamo a stento a fotografare, perché l'aria è così umida da appannarci gli obiettivi!) e ci sembra di entrare in luoghi incredibilmente diversi, giungle tropicali o deserti. La passeggiata per il parco circostante però, fra pioggia impalpabile leggera foschia, ci ricorda senza alcuna esitazione che sì, siamo pur sempre in Scozia.
Dopo la visita, torniamo verso il centro e pranziamo di nuovo al pub The Standing Order.
Ed è il momento per la nostra ultima meta possibile, prima di prendere il bus per l'aeroporto: la National Gallery of Scotland, davvero a pochissima distanza dal pub.
E così siamo davvero alla fine del viaggio. Salutiamo questa città, che ci è piaciuta così tanto, con un'ultima passeggiata (quasi una piccola corsa, per non perdere il bus) per i dintorni, perché con il sole che è finalmente spuntato, sembra tutto ancora più bello. L'ultima foto la scatto ad un ragazzo che suona la cornamusa; un quadretto assolutamente turistico, ma che alla fine ci sta tutto - musica compresa.
Bye, Edinburgh!